Il mondo visionario e la tensione visiva delle opere d’arte
Le opere figurative che Ronit Baranga crea sono sculture originali che hanno una loro identità e rappresentano in modo malizioso e giocoso, lingue indagatrici, dita vaganti, bambini birbanti, stoviglie e oggetti di uso quotidiano che animandosi si trasformano in personaggi fantasiosi capaci di narrare storie divertenti. Le sculture, quindi, non solo sono vive e hanno un senso di movimento e dinamismo ma sono anche imprevedibili in termini di intenzione e possibilità. Lo spettatore vorrebbe toccare la scultura ma non può farlo, invece, gli oggetti inseriti nella dinamica della scultura interagiscono liberamente tra loro toccandosi e incastrandosi.
La tensione visiva che scaturisce tra il soggetto e l’oggetto, quindi, tra lo spettatore e l’opera d’arte è altissima, infatti, i sentimenti sono contrastanti. Siamo invogliati a mangiare i dolci per appagare il nostro desiderio ma il senso di pericolo che percepiamo dalle loro bocche ci frena, poiché le bocche sembrano ora invitarci vogliosi ad un assaggio ora ammonirci e pronte a mordere. Allo stesso modo, anche le sue figure umane, siano esse neonati, bambini o donne, sono ritratte nel mezzo dell’azione, con il pubblico incapace di prevedere cosa potrebbe accadere dopo.
Le sensazioni che lo spettatore percepisce, in realtà, sono quelle che sentono gli oggetti animati e che egli sperimenta indirettamente, infatti, le sculture, oltre a essere in connessione tra di loro, interagiscono con l’ambiente esterno.